L'utilità dell'inutile

Ho sempre apprezzato il concetto taoista di “utilità dell'inutile” espressa in questo passo del Chuang-Tzu (Zhuang-zi), uno dei testi fondamentali della filosofia mondiale:

Hui-Tzu disse a Chuang-Tzu: “I tuoi insegnamenti non hanno alcun valore pratico”. Chuang-Tzu allora rispose: “Solo coloro che conoscono il valore dell'inutile possono parlare di ciò che è utile. La terra che calpestiamo è immensa, ma questa immensità non ha valore pratico: l'unica cosa che serve per spostarci è lo spazio ricoperto dalla pianta dei nostri piedi. Supponiamo che uno perfori la terra su cui camminiamo, scavando una fossa così profonda da arrivare giù fino alla Fonte Gialla: avrebbero una qualche utilità i due pezzi di terreno su cui poggiano i nostri piedi?“.
Hui-Tzu rispose: “Effettivamente, sarebbero inutili”. E il maestro concluse: “Dunque, è evidente l'utilità dell'inutilità”.

Chuang Tzu ci dice anche che ciò che consideriamo “inutile” può avere un valore inaspettato. Pensiamo ad un albero vecchio e nodoso: per il falegname è inutile perché difficile da lavorare, ma proprio per questo motivo, l'albero continua a vivere la sua vita, ospitando uccelli e donando ombra. In questo, Chuang Tzu ci mostra che l'“inutilità” può essere una benedizione, una via per esistere in armonia con il Tao, il flusso naturale dell'universo.

Dall'altra parte, nella Roma antica, l'otium era il tempo libero dedicato alle attività intellettuali e allo sviluppo personale, contrapposto al negotium, ovvero le occupazioni quotidiane. L'otium non era considerato semplice ozio, ma un periodo fertile per la crescita personale, il riposo, la riflessione e la creatività. Questo concetto ci insegna l'importanza di ritagliarsi degli spazi nella vita non per fare “qualcosa di produttivo”, ma per coltivare noi stessi, le nostre passioni e la nostra interiorità.

Ora, volendo unire questi due concetti lontani nel tempo e nello spazio, pensiamo alla nostra vita frenetica, dove il valore di ogni azione è spesso misurato dalla sua produttività e prendiamoci un momento per apprezzare l'“inutile”.

Forse, quelle passeggiate senza meta, quei pomeriggi trascorsi a leggere per piacere, o quelle ore dedicate semplicemente a riflettere o meditare, non sono poi così inutili. In questi momenti, ci allineiamo al flusso naturale dell'esistenza, proprio come insegnato da Chuang Tzu, e nutriamo la nostra anima.

In un mondo che glorifica l'efficienza e la produttività, riscoprire l'“utilità dell'inutile” può essere una vera e propria forma di resistenza e di crescita personale. Non sottovalutiamo il potere di ciò che non produce risultati tangibili, ma che arricchisce la nostra vita interiore, aiutandoci a vivere più in armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda. Quindi, la prossima volta che ti sentirai “inutile”, ricorda che in quella “inutilità” può nascondersi il segreto per una vita più piena e armoniosa.


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